Truffa del codice IBAN: se commetti quest’errore ti svuotano il conto

A ogni conto corrente è associato un codice IBAN, che dobbiamo comunicare quando si deve ricevere un bonifico. È però fondamentale non riferirlo a tutti a cuor leggero se non si vuole andare incontro a conseguenze davvero poco piacevoli.

Tutti noi siamo dotati di almeno un conto corrente (in banca o in posta), che può servire per tenere i risparmi, oltre che per ricevere ed effettuare bonifici in modo semplice e sicuro. I tempi in cui in passato lo stipendio veniva consegnato sotto forma di assegno sono ormai lontani. E questo non può che essere un bene se si vuole evitare di poterlo perdere o che questo ci venga rubato. A questo è associato un codice IBAN (acronimo di International Bank Account Number), che può contenere fino a 34 lettere e numeri.

Banca codice IBAN
Sito online banking – Foto | Canva

Perché è importante ricordare il codice IBAN

Si pensa spesso che il codice IBAN sia troppo lungo e per questo difficile da ricordare a memoria. In realtà questo è legato a una ragione ben precisa: questo fornisce informazioni sulla banca del titolare del conto, sul paese in cui ha sede la banca e altri dati relativi al conto. La lunghezza riduce la possibilità di andare incontro a errori nelle transazioni. Attenzione, però: può essere usato solo per inviare o ricevere denaro, non per effettuare altre transazioni, come i prelievi di contante.

Ogni IBAN inizia con due lettere che si riferiscono al Paese in cui ha sede la banca (in Italia è “IT”), a cui seguono due numeri, che sono cifre di controllo, e rappresentano un livello di sicurezza specifico della banca. I numeri successivi, detti anche BBAN (Basic Bank Account Numbers), si riferiscono ai codici identificativi della banca, della filiale e del numero di conto, anche se il formato può variare a seconda del Paese aderente al sistema IBAN.

Nel caso in cui si debba quindi ricevere un bonifico, come accade ad esempio nel caso dello stipendio, è quindi indispensabile comunicare le coordinate bancarie al datore di lavoro.

Rischio truffa in agguato

Il codice IBAN rientra certamente tra le informazioni che non devono essere comunicate a cuor leggero, ma anzi è bene prestare attenzione alle persone a cui ci si rapporta. Il rischio di andare incontro a conseguenze tutt’altro che piacevoli in caso di distrazione può essere infatti dietro l’angolo.

Le coordinate bancarie possono essere date anche ai fornitori di luce e gas con cui si è sottoscritto un contratto se si decide di pagare con domiciliazione bancaria, opzione ormai sempre più diffusa e apprezzata perché evita di dimenticarsi le scadenze. Questa è l’unica situazione in cui si accetta che ci sia un addebito automatico dal nostro conto corrente.

Attenzione a cosa si fa allo sportello della banca – Foto | Canva

Comunicarlo a qualcuno non significa necessariamente andare incontro a un prelievo non dovuto. Ben diversa, però, può essere la situazione se si dovessero rendere note le credenziali con cui accedere all’home banking a cui è legato il conto, ovvero il servizio che consente di effettuare ogni tipo di operazione semplicemente tramite app o sito internet. Queste informazioni non dovrebbero mai essere rese note nemmeno agli addetti della banca se si desidera evitare di essere vittime di una truffa.

A quel punto tornare indietro e pensare di poter ottenere un risarcimento a cose già fatte è praticamente impossibile. Difficilmente, infatti, la filiale si prende carico del problema e dà un indirizzo al suo cliente.

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